Life/Work Planning: trasforma le tue passioni nel tuo futuro

  • Questa proposta può sembrare un po’ lontana dalle nostre solite iniziative, ed in effetti è la prima volta.

    Abbiamo voluto proporre un progetto che portasse la programmazione fuori dagli schermi e dal codice per raggiungere un livello più ampio e alto: la vita.

    I giovani sempre più spesso non hanno idee sul loro futuro.

    Il metodo che proponiamo li accompagna a scavare dentro di loro fino a capire come tradurre le loro passioni in un lavoro di soddisfazione.

    Incuriosito? Continua la lettura!

  • Life/Work Planning

    Trasforma le tue passioni nel tuo futuro in 9 giorni

    Per i giovani, la decisione sulla direzione da prendere per il proprio futuro spesso si tinge di incertezza e dubbi.
    Si chiedono: “Cosa c’è di sbagliato in me?”.
    I talenti e le capacità sono ovviamente presenti, ma la vera domanda è:
    per cosa vorrebbero usare il loro talento? 

    Manca qualcosa come un obiettivo, una prospettiva, un’idea di ciò che si vuole raggiungere.
    E manca anche un metodo, una tecnica, una procedura che li sostenga nello sviluppo di tale obiettivo.

    Per tutti i giovani dai 16 ai 30 anni in cerca del proprio orientamento professionale o di una svolta alla propria carriera ora c’è Life/Work Planning!

    Life/Work Planning (letteralmente pianificazione della vita/lavoro)  è un processo olistico e umanistico per pianificare efficacemente la propria carriera

  • Life/Work Planning in breve

    life/work planning

    Cos’è

    Un seminario di 9 giorni per progettare la propria carriera e la propria vita intorno alle passioni e competenze con John Webb formatore secondo il metodo Life/Work Planning.

    Perché

    Il percorso guidato aiuta a diventare consapevoli dei propri talenti ed interessi imparando ad interrogarsi in modo strutturato, seguendo un metodo rigoroso che li accompagna non solo nel farsi le giuste domande, ma a chiarire cosa significa un argomento e da dove nasce l’interesse.

    Per chi

    giovani dai 16 ai 30 anni in cerca del proprio orientamento professionale o di una svolta alla propria carriera

    Dove si svolgerà

    via Corridoni, 11 Milano 

    Quando

    I corso si sviluppa in 9 giornate suddivise in due blocchi: dal 9 all’11 dicembre 2022 e dal 2 al 7 gennaio 2023,
    Dopo la conclusione dei momenti formativi seguiranno due incontri per confrontarsi nelle date 25 gennaio e 22 febbraio. Gli incontri saranno in videoconferenza. 

    Costo

     € 950 + quota associativa  € 30

    Lingue – Il percorso è in inglese e in italiano

  • Presentazione del corso

    Sono a disposizione delle serate di presentazione online del corso Life/Work Planning con la presenza del formatore John Webb per permetterti di avere una risposta a tutte le tue domande, dubbi o curiosità..

    Sono pensati dei momenti diversi per genitori di figli monirenni e per partecipanti maggiorenni.

  • Presentazioni per genitori

    • domenica 16 ottobre 2022 ore 19.00
    • mercoledì 26 ottobre 2022 ore 19.00
  • Presentazioni per ragazzi

    • mercoledì 19 ottobre 2022 ore 19.00
    • mercoledì 28 ottobre 2022 ore 19.00
  • Registrati ad una delle serate di presentazione

    per illustrarti il corso e fare domande
  • Cosa sperimenta chi partecipa?

    Un metodo rigoroso per farsi le giuste domande, chiarire cosa significa un argomento e da dove nasce l’interesse.

    Life/Work Planning è un processo olistico e umanistico per pianificare efficacemente la propria carriera rispondendo a domande decisive:

    • “Cosa voglio fare con le mie capacità, con le mie passioni, con il mio tempo e con la mia energia nei prossimi anni?”
    • “Cosa voglio raggiungere?”
    • “A cosa voglio che serva il mio lavoro?”
    •  “Che tipo di lavoro ha senso per me?”

     

    Life/Work Planning offre strumenti per strutturare la ricerca di lavoro andando ad individuare quel lavoro che davvero  piacerebbe fare e per il quale ci si alza volentieri la mattina.

     

    Questo richiede un’analisi sistematica e fai-da-te della propria biografia, compresi tutti i desideri, le affinità, le preferenze, i sogni, i valori e i punti di forza.

    Le attività di pianificazione si concentrano rigorosamente sulla persona in cerca di lavoro, con tutti i suoi lati forti e meno forti.

    L’attenzione non è decisamente rivolta al datore di lavoro e nemmeno al mercato del lavoro. 

    L’esperienza dimostra che le attività di Life/Work Planning portano effettivamente alla creazione di dipendenti auto-motivati e ben qualificati per il datore di lavoro. 

    Questo aspetto, tuttavia, rimane solo un piacevole sottoprodotto del processo: i metodi sono stati sviluppati per sostenere la persona in cerca di lavoro.

    Gli obiettivi di Life/Work Planning

    A differenza di altri processi di ricerca di lavoro molto diffusi le sequenze Life/Work Planning offrono metodi piuttosto non convenzionali che perseguono due obiettivi allo stesso tempo. 

  • 1

    lo sviluppo di un obiettivo professionale attraente e degno di nota, con il quale identificarsi pienamente

     

  • 2

    imparare a padroneggiare metodi affidabili, da utilizzare poi per raggiungere l’obiettivo di ricerca del lavoro.
    I partecipanti imparano a svolgere attività di ricerca per proprio conto, senza ricorrere a un’agenzia, quindi senza “intermediario”

     

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  • Le domande del processo Life/Work Planning

    La prima domanda che viene rivolta ai partecipanti inizia da “Che tipo di competenze ho da offrire?”.

    La Life/Work Planning rifiuta di accontentarsi delle risposte che vengono subito in mente. Al contrario si invita a prendersi il tempo di impegnarsi in un esame fine della propria biografia.
    Il processo pone delle domande:Cosa facevate quando avevate otto anni? E a dodici? E a 14? A cosa giocavate? E con chi? E perché? Che musica ascoltavi? Vestiti preferiti? Cibo preferito? Quali programmi televisivi guardava? E quali sono state le situazioni in cui ha detto: “Qui ho avuto successo e mi piaceva quello che facevo”?

    I ragazzi reagiscono quasi sempre con un generico: “Non mi ricordo”.

    Ma questo non scoraggia minimamente i formatori del metodo Life/Work Planning!

    Grazie ai fogli di lavoro preparati e alle discussioni di gruppo, i partecipanti iniziano rapidamente a ricordare: “Oh sì, è vero! Mi piaceva cantare in un coro”. O “mi prendevo cura del mio gatto”. Oppure “guardavo al microscopio” o “cucinavo gli spaghetti”. Le discussioni si concentrano rapidamente sull’idea delle competenze trasferibili, le competenze più piccole e parziali che rendono possibili successi maggiori.

    Si inizia così il processo di identificazione delle abilità.

    Le competenze sono importanti. E altrettanto importante è l’idea di dove queste abilità dovrebbero essere utilizzate. Una persona con forti capacità manageriali, ad esempio, potrebbe utilizzarle in un’azienda farmaceutica, in una casa editrice o in un’impresa immobiliare. In termini di “cosa farebbe la persona”, i compiti di gestione sarebbero gli stessi in ogni ambiente: organizzazione di progetti, definizione del budget, delega di responsabilità. Ma i contenuti sarebbero nettamente diversi.

    E nel mondo della Life/Work Planning, questo contenuto viene elaborato attraverso gli interessi.

    La domanda è quindi: “A cosa sei interessato?

    Una volta elaborati, i risultati sembrano semplici. Ma il percorso per arrivarci, è tutt’altro che semplice. “Imparano a interrogarsi rigorosamente l’un l’altro in modo strutturato”, dice il formatore John Webb, “chiarendo cosa significa per loro un argomento e da dove nasce l’interesse”.

    Il formatore sperimenta spesso che i partecipanti sono sorpresi quando scoprono che i loro interessi sono sempre stati presenti, forse solo non percepiti in modo così consapevole.
    Il processo Life/Work Planning è in atto e ogni persona assembla i propri interessi come se stesse componendo un puzzle.

    Ovvero, come dovrebbe funzionare?
    Per quanto sia soddisfacente sviluppare un obiettivo, diventa davvero pratico solo quando si ha anche un piano credibile per iniziare.

    Ma la parte “Come” del processo Life/Work Planning si concentra soprattutto sugli incontri personali,vis-à-vis, da persona a persona, più che su ricerche online.
    Con questo sistema, una persona che cerca un certo tipo di lavoro si rivolge ad altre persone che fanno quel tipo di lavoro. Così, chi vuole costruire turbine eoliche si rivolge a persone che costruiscono turbine eoliche. Chi vuole lavorare in una biblioteca, parla con gli impiegati di una biblioteca.

    I più giovani a questo punto spesso rimangono scettici. Come possono trovare interlocutori disposti a fare colloqui nei loro campi di interesse? E cosa dovrebbero dire loro? Dei professionisti accetterebbero di dedicare del tempo per parlare con un’adolescente?
    Il formatore John Webb è d’accordo, questo è quello che pensa la maggior parte delle persone prima di partecipare a un seminario Life/Work Planning.

    Ma una preparazione accurata e strutture affidabili fanno la differenza.
    Ed è per questo che c’è sempre un Field Day come parte del processo.

  • Pratica con il Networking Day

  • I partecipanti a coppie si accordano su un campo di interesse comune, eseguono poi una ricerca in rete per trovare dieci organizzazioni locali che abbiamo a che fare l’argomento scelto.

    Gli indirizzi vengono poi concatenati per formare un percorso, riducendo al minimo il tempo di viaggio. Poi inizia il divertimento. La sfida solitamente è quella di generare quattro interviste in cinque ore. Ma rispettando le regole: niente visite annunciate e niente appuntamenti. Almeno, questa è la teoria.

    E in pratica? C’è chi l’ha definito roboante! E’ successo che in cinque ore, dodici giovani hanno condotto un totale di 49 interviste con professionisti attivi. 

    I partecipanti si esercitano prima l’uno con l’altro, assicurandosi di avere ben chiare le strutture del colloquio per mantenere la conversazione e documentare tutto in seguito, senza dimenticare nulla.

  • E dopo il seminario Life/Work Planning?

    Ora i ragazzi hanno in mano tutti gli strumenti per prendere in mano la propria vita e avviare e far ripartire la propria carriera.

  • John Webb, il formatore

  •  formatore-metodo-lwp-john-webb-

  • John Webb è stato allievo (e poi co-formatore) di Richard Nelson Bolles. Ha introdotto programmi di Life/Work Planning (L/WP) in decine di organizzazioni e scuole in otto Paesi, lavorando con oltre 12.000 partecipanti. 

    Per 12 anni, Webb ha lavorato come coach per una multinazionale del settore chimico, ricoprendo posizioni di responsabilità nei settori del controllo, dello sviluppo del personale e dell’informatica. 

    Dal 1990 ha lavorato in proprio come formatore e coach, dirigendo progetti per aziende, organizzazioni professionali, chiese, scuole, fondazioni, ONG e università. 

    Nel 2001 ha avviato il programma di pianificazione della vita/lavoro per la Libera Università di Berlino e lo ha diretto fino al 2017. 

    Oggi continua la sua professione di formatore del metodo Life/Work Planning.

     

    Visita il sito del formatore

  • FAQ - Domande frequenti

    Che cos'è Life/Work Planning?

    Life/Work Planning è un processo di pianificazione della carriera di comprovata efficacia, concepito per svolgere due funzioni.

    Innanzitutto aiuta a sviluppare ed articolare il tipo di lavoro che più gli piacerebbe fare. E quando questa idea è stata sviluppata abbastanza da motivare veramente la persona, allora la tecnica Life/Work Planning offre una struttura per ottenere efficacemente questo lavoro. Ciò che rende speciale la Life/Work Planning è la rigorosa attenzione ai valori e agli interessi della persona in cerca di lavoro.

    Non si inizia a cercare lavoro finché non si ha un’idea ben sviluppata di ciò che si sta cercando e perché.

    Quali vantaggi offre la Life/Work Planning a chi cerca lavoro?

    1. Non aspettare un invito. Chi partecipa al Life/Work Planning non ha bisogno di annunci di lavoro in rete né di un collegamento con un’agenzia di collocamento. Ogni persona crea e realizza una campagna di marketing personale.
    2. Non è necessario cercare di essere “giusti”. Invece di cercare di avere il curriculum “giusto”, di dire le cose “giuste”, di indossare i vestiti “giusti”, gli utenti Life/Work Planning imparano a cercare quelle organizzazioni in cui saranno “OK”, così come sono. Non c’è bisogno di recitare un ruolo artificiale.

    Da dove viene la Life/Work Planning?

    Il processo è stato sviluppato negli anni ’60 da Richard Bolles nell’ambito di progetti realizzati per una fondazione educativa. Da quando è stato reso pubblico, l’Life/Work Planning è stato utilizzato in progetti di pianificazione della carriera presso università, istituti superiori, scuole e organizzazioni di datori di lavoro, in Europa, Australia, Nord e Sud America.

    In che lingua si svolge il corso Life/Work Planning?

    Il corso è in italiano e inglese

    Che tipo di persone partecipano a un seminario Life/Work Planning?

    La maggior parte dei partecipanti ha un’età compresa tra i 20 e i 48 anni, ma i progetti sono pensati per i ragazzi già dai 16 anni.

    Alcuni sono alla ricerca di una direzione completamente nuova per se stessi, mentre altri hanno già preso una decisione di carriera e sono alla ricerca di criteri per convalidarla. Altri ancora si descrivono come alla ricerca di strumenti per una ricerca sistematica del mercato del lavoro.

    Ciò che non è importante è l’età, il sesso, il colore della pelle, la religione o il percorso di studi. Ciò che è importante è che ogni persona sappia in anticipo che, sebbene il processo di Life/Work Planning sia spesso piacevole e persino divertente, richiede comunque una buona dose di lavoro. Richiede tempo, riflessione ed energia.

    Life/Work Planning funziona davvero per le persone?

    I diplomati Life/Work Planning di tutta Europa lavorano oggi per aziende del settore solare, compagnie aeree, imprese di costruzione, case editrici, società di ingegneria, produttori di beni di consumo, cliniche, ospedali, fondazioni, sindacati, case editrici, musei, aziende farmaceutiche, aziende chimiche, produttori di computer e/o software, chiese, alberghi, università, scuole, aziende di telecomunicazioni e amministrazioni comunali/contributive/statali di ogni tipo immaginabile.

    Circa il 20% dei partecipanti decide di mettersi in proprio.

    Posso parlare con qualcuno?

    Certamente! Puoi sentire Silvia al numero 39 342 7583 650 oppure scrivere una mail a robotica@dreampuzzle.net

    Quanto costa la partecipazione?

    I 9 giorni di formazione hanno un costo complessivo di € 950 cui aggiungere quota associativa € 30, per chi non è ancora socio dell’associazione Dreampuzzle

  • Registrati ad una delle serate di presentazione

    per illustrarti il corso e fare domande
  • Le storie di chi ha partecipato

    Il primo giorno, Hannes risponde alla domanda “Che cosa? “Sono bravo con gli altri”. Con un certo grado di autocompiacimento, guarda i formatori, aspettandosi una qualche reazione positiva. Invece, segue un’altra domanda: “Ok, Hannes, ma cosa significa? Cos’è che ti riesce bene con le altre persone?”. Cinque giorni dopo la risposta di Hannes è cambiata. Dopo un’analisi dettagliata di diverse situazioni del suo passato, si rende conto che i suoi successi passati hanno tutti un denominatore comune. Hannes ha un vero talento per l’osservazione, soprattutto quando si tratta di osservare i volti delle altre persone. Dalle espressioni che vede nei loro volti, riesce a interpretare con precisione ciò che le persone pensano e provano.

    È facile per lui immedesimarsi nel mondo mentale ed emotivo degli altri. E – senza alcuna esitazione – Hannes trova le parole per ciò che vede. Parole che rendono facile per gli altri comprendere le sue descrizioni delle cose e delle connessioni che vede.

    Prima di questo seminario, Hannes dava per scontate queste attività. Per lui la vita era sempre stata così. Ma durante le discussioni del seminario, gli sono venute in mente sempre più situazioni in cui sapeva di aver visto qualcosa e altri no. Quando aveva notato che qualcuno era triste o confuso, e altri non l’avevano notato. Quando aveva sollevato argomenti in famiglia o in classe e gli altri erano stati sollevati dal fatto che avesse fatto quel primo passo. Quando altri gli hanno detto che semplicemente non sapevano come parlarne. Hannes ammette di aver sempre pensato che altre persone avrebbero potuto fare lo stesso se solo si fossero impegnate un po’ di più. Solo ora gli viene in mente che forse queste capacità sono anche dei punti di forza. Forse anche i suoi punti di forza.

    Gli altri adolescenti osservano questo processo con Hannes e notano che le fasi sono simili per quasi tutti i membri del gruppo. All’inizio c’è una sorta di risposta, non sbagliata, ma ancora vaga. Troppo vaga per poterci lavorare. “Sono creativo”. “Sono coraggioso”. “Sono tecnicamente dotato”. Segue un’analisi intensiva di diverse situazioni specifiche del passato. Ricordi della scuola, del tempo libero, della vita familiare. I ricordi non devono essere esagerati o abbelliti. La persona descrive semplicemente ciò che ha vissuto. Ma emergono rapidamente temi e schemi comuni. I giovani sono soddisfatti del loro lavoro. I risultati che hanno elaborato non hanno nulla a che vedere con i test psicologici. Non è stato consultato alcun parere di esperti. Non è stata necessaria alcuna tabella di valori standard statistici. Avendo identificato le proprie competenze sulla base dell’analisi delle proprie esperienze, è facile per i ragazzi capire, articolare e riconoscere le proprie capacità.

    Maria è una giovane donna descriveva piacevoli ricordi di vacanze sulla costa con i genitori.

    Sul foglio degli interessi per “Osservare” aveva scritto “spiaggia”, “sedie a sdraio” e “navi all’orizzonte”. Sul foglio “Ascoltare” ha scritto “le onde e i gabbiani”. Su altri fogli c’erano annotazioni su “concerti sulla spiaggia” e “gare di castelli di sabbia”. “Ho sempre considerato la spiaggia un interesse privato”, dice, “a tutti piace una bella spiaggia, no?”.

    Solo durante il seminario è emersa l’idea della “spiaggia” come potenziale argomento professionale.

    Ma “spiaggia”? Come professione? In venti minuti, la creatività del gruppo genera un variopinto bouquet di possibilità per lei. Gestire un hotel sulla spiaggia? Lavorare per un’agenzia di viaggi che organizza vacanze al mare? Fare marketing urbano per una comunità vicina alla spiaggia?

    L’idea più allettante per lei riguarda i progetti di tutela ambientale lungo la costa. “Sarei orgogliosa”, ha detto, “di sapere che il mio lavoro consiste nell’aiutare a proteggere e preservare le spiagge che amavo da ragazza”.

    Un giovane di grande talento voleva studiare medicina all’università della sua città natale.

    Con un giorno di preparazione e un giorno di colloqui, ha saputo che cinque cattedre della facoltà di medicina erano vacanti.

    La facoltà di medicina si era divisa in due fazioni, che al momento non si parlavano.
    Non si scopre nulla di simile dal catalogo dei corsi, dal sito web o dai servizi ufficiali di consulenza agli studenti.

    Lo studente era comprensibilmente sollevato di aver fatto i colloqui prima di firmare qualsiasi documento